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La storia del Metodo McKenzie per la schiena

Nel 1956, presso la clinica del fisioterapista neozelandese Robin MacKenzie, avvenne un fatto straordinario, che ha cambiato la natura dei trattamenti impiegati in tutto il mondo per alleviare mal di schiena e mal di collo.

Un paziente del Dottor McKenzie, il Sig. Smith accusava dolore nella zona lombare destra, irradiato alla natica e alla coscia fino al ginocchio. Il Sig. Smith, dopo tre settimane di terapia termica e ultrasuoni, non aveva avuto alcun miglioramento, non riusciva a stare in posizione eretta, poteva piegarsi solo in avanti, non indietro.

Il Dottor McKenzie chiese al paziente di aspettarlo nella sala trattamenti, steso a pancia in giù sul lettino, la cui estremità era stata sollevata per il paziente precedente.
Senza cambiare la posizione del lettino, il Sig. Smith si distese sul ventre con la schiena arcuata all’indietro e in tensione per circa cinque minuti.
Quando McKenzie lo raggiunse rimase turbato nel trovarlo in quella posizione, piuttosto dannosa. A quel punto gli chiese come si sentisse, e con grande sorpresa il Sig. Smith gli riferì che si sentiva meglio e che il dolore si era spostato da destra verso il centro.

Quando il Sig. Smith si alzò dal lettino, era in grado di rimanere eretto senza più dolore alla gamba. Il giorno dopo il Dottor McKenzie gli fece  assumere la stessa posizione, che portò alla risoluzione completa dei sintomi residui.

Centralizzazione
Lo spostamento del dolore dalla gamba o natica alla parte centrale della schiena oggi viene definito a livello mondiale fenomeno di centralizzazione. Quindi oggi sappiamo che quando il dolore si sposta verso il centro della colonna vertebrale, le possibilità di miglioramento attraverso gli esercizi, che spiegheremo dopo, sono molto elevate. Il Metodo McKenzie per la schiena viene praticato oggi in tutto il mondo da migliaia di fisioterapisti e medici.

Il Metodo McKenzie per la schiena - come si esegue

Metodo McKenzie

Esercizio 1: Posizione prona
– sdraiarsi a pancia in giù con le braccia stese lungo il corpo e la testa girata di lato;
– mantenere la posizione, fare alcuni respiri profondi, quindi rilassarsi profondamente per due o tre minuti;

Esercizio 2: Posizione prona in estensione
– rimanere sdraiati a pancia in giù;
– fare alcuni respiri profondi, rilassando i muscoli lombari, dei fianchi e delle gambe;
– posizionare i gomiti perpendicolarmente alla spalle in modo da appoggiare sugli avambracci. Mantenere la posizione per due o tre minuti;

Ripetere la sequenza ogni tre ore

L’esercizio 2 è particolarmente indicato per il trattamento del mal di schiena acuto e rappresenta uno degli esercizi di primo soccorso.

Il Metodo McKenzie per il mal di schiena

Esercizio 3: Estensione dalla posizione sdraiata
– rimanere a pancia in giù, quindi posizionare le mani sotto le spalle in posizione di flessione sulle braccia;
– raddrizzare i gomiti, spingere la parte alta del corpo fino al punto consentito dal dolore. E’ importante rilassare completamente il bacino, i fianchi e le gambe durante il movimento, respirando normalmente;
– mantenere bacino, fianchi e gambe molli e consentire l’incurvamento della zona lombare;
– ripetere il ciclo di movimenti mantenendo un ritmo uniforme, cercando ogni volta di aumentare il sollevamento del busto, in modo da estendere la schiena il più possibile, raddrizzando le braccia;
– quando le braccia sono diritte, mantenere l’incurvamento per uno o due secondi, questa è la parte più importante dell’esercizio. Un incurvamento più efficace si ottiene espirando al massimo e rilassando la zona lombare, i fianchi e le gambe;

Non accontentarsi del punto raggiunto con il movimento, ma ad ogni sollevamento cercare di fare di più.
Fare l’esercizio dieci volte per ogni sessione. Suddividere le sessioni in sei, otto cicli durante il giorno.

In fase di dolore acuto, qualora non si sia in grado di effettuare l’esercizio n.3 (Estensione dalla posizione sdraiata), effettuare il seguente esercizio:

Esercizio 4: Estensione dalla posizione eretta
– in posizione eretta con i piedi leggermente divaricati, appoggiare le mani sulla parte bassa della schiena con le dita giunte rivolte verso il centro della colonna vertebrale;
– piegare al massimo il tronco all’indietro a partire dalla vita, utilizzando mani e dita come perno. In questa fase è importante mantenere le ginocchia dritte;
– mantenere la posizione per uno o due secondi, quindi tornare alla posizione di partenza;
– ripetere il ciclo di movimenti, cercando ogni volta di aumentare il piegamento all’indietro al fine di raggiungere il massimo grado di estensione possibile;

il Metodo MacKenzie per il mal di schiena

Questo esercizio deve essere praticato con cautela in quanto potrebbe aggravare i disturbi qualora fosse eseguito troppo precocemente.

Esercizio 5: Flessione dalla posizione sdraiata
– stendersi sulla schiena con le ginocchia piegate e i piedi appoggiati a terra o sul letto;
– portare le ginocchia verso il torace;
– afferrare le ginocchia con le mani e tirarle delicatamente ma con decisione verso il torace fino al punto consentito dal dolore. L’espirazione durante il movimento delle ginocchia verso il torace, aiuta;
– mantenere la posizione per uno o due secondi, quindi abbassare le gambe e tornare nella posizione di partenza. E’ importante non sollevare la testa durante l’esecuzione, né raddrizzare le gambe in fase di abbassamento;
– ripetere il ciclo di movimenti mantenendo un ritmo uniforme, cercando ogni volta di avvicinare maggiormente le ginocchia al torace al fine di raggiungere il massimo grado di flessione possibile;

All’inizio è consigliabile limitarsi a sole cinque o sei ripetizioni per sessione, replicando le sessioni tre/quattro volte al giorno.

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