Il taping chinesiologico è stato sviluppato nel 1973 dal Dr. Kenzo Kase, un chiropratico giapponese, specializzatosi presso la prestigiosa National University of Health Sciences di Chicago, il quale voleva un nastro che fornisse supporto, ma non limitasse il movimento, come fanno i tradizionali nastri sportivi.
Kase ha creato il nastro Kinesio, con una miscela brevettata di cotone e nylon. E’ progettato per imitare l’elasticità della pelle, in modo da poter utilizzare l’intera gamma di movimento. L’adesivo del nastro è anche resistente all’acqua e abbastanza forte da resistere per tre/cinque giorni, anche durante l’allenamento e sotto la doccia.
Come funziona il taping chinesiologico
Il taping chinesiologico ha la particolarità di creare delle pliche cutanee, sollevando delicatamente gli strati superficiali della pelle, creando uno spazio tra la pelle, la fascia e i tessuti sottostanti. Si ritiene che questo favorisca una migliore circolazione e un drenaggio linfatico, riducendo il gonfiore e l’infiammazione.
Quando un muscolo è eccessivamente contratto, per un problema posturale o come conseguenza di un’infiammazione, lo spazio interstiziale è schiacciato. Questo determina una limitazione del flusso linfatico e sanguigno, inducendo una pressione sui recettori del dolore sotto pelle.
Applicando il taping chinesiologico sulla zona, vengono stimolati dei piccolissimi sollevamenti della pelle, delle grinze che aumentano gli spazi interstiziali della cute, diminuendo la pressione e l’irritazione dei recettori neurali e sensoriali, determinando una diminuzione dell’infiammazione e la conseguente scomparsa del dolore.
Il taping chinesiologico e l'inibizione del dolore
La stimolazione dei meccanorecettori di una zona dolente crea un effetto inibitore sulla trasmissione del dolore, bloccandolo o inibendolo parzialmente (nel caso il dolore sia molto forte), a livello del midollo spinale, evitando così di giungere a livello cerebrale, dove il dolore diventa cosciente.
Questo meccanismo si basa sulla famosa teoria detta “Teoria del Cancello” o “Gate Control Theory”, che spiega il meccanismo del dolore.
Teoria del Cancello o Teoria del Gate Control
La teoria del Cancello o Teoria del Gate Control è stata formulata per la prima volta nel 1962 dallo psicologo canadese Ronald Melzack e dal neuroscienziato britannico Patrick Wall.
La “Teoria del Gate Control” spiega il meccanismo del dolore. Le fibre nervose afferenti (sensitive) conducono gli impulsi nervosi sensitivi provenienti da tutto il corpo, attraverso il midollo spinale fino al cervello. In base a questa teoria, una volta che arrivano al midollo spinale, gli impulsi nervosi devono attraversare un “cancello” per raggiungere il cervello ed essere riconosciuti.
In breve, se il cancello è aperto, gli impulsi lo attraverseranno, ma se il cancello è chiuso, non sarà trasmesso alcun segnale sensitivo al cervello e la sensazione non sarà percepita. Il cancello si apre in risposta a impulsi che percorrono le fibre nervose sensibili al dolore (le A-delta) mielinizzate e a trasmissione veloce e si chiude in risposta a impulsi che viaggiano lungo fibre nervose più grosse (le C) amielinizzate e a trasmissione lenta, che rilevano tocco leggero, temperatura e pressione.
In teoria, un tocco leggero o una pressione interferiscono con il dolore chiudendo il cancello; in tal modo, gli impulsi dolorifici non possono procedere fino al cervello, e il dolore e la sua percezione sono ridotti.
Come si utilizza il Taping chinesiologico
Consentire il movimento
Il nastro chinesiologico può aiutare a migliorare i modelli di attivazione e contrazione muscolare. Può anche aiutare a migliorare le prestazioni atletiche.
Inibizione e gestione del dolore
Il taping chinesiologico può aiutare a ridurre il dolore e gli spasmi muscolari che possono verificarsi dopo un infortunio. Può diminuire i segnali di dolore al cervello da parte delle fibre nervose.
Supporto e stabilità
Il nastro elastico può essere utilizzato per supportare un’articolazione specifica che ha bisogno di sostegno, consentendo anche una parte di movimento. Ad esempio può essere utile nella sindrome femoro-rotulea, nella sindrome della banda ileotibiale o nell’instabilità di spalla.
Diminuzione del gonfiore
In presenza di gonfiore dovuto a infortunio o ad un intervento chirurgico, il taping chinesiologico può aiutare a ridurre il gonfiore, diminuendo la pressione tra la pelle e i tessuti sottostanti. Il nastro, mantenendo la pelle sollevata, crea un percorso attraverso il quale i liquidi in eccesso possono muoversi. Il taping elastico viene a volte usato in caso di linfedemi o contusioni superficiali.
Gestione del tessuto cicatriziale
A seguito di un intervento chirurgico o un trauma, si possono avere cicatrici sulla zona compromessa. A volte il tessuto sotto la cicatrice si lega alla pelle e alla fascia sottostante, creando delle aderenze. Questo tessuto cicatriziale può limitare la normale mobilità. Il taping chinesiologico può essere utilizzato per stirare delicatamente il tessuto cicatriziale, fornendo un allungamento a bassa intensità e di lunga durata del collagene che forma la cicatrice.
Tipi di forme del taping chinesiologico
La striscia a "I"
La forma a “I” cioè l’utilizzo del nastro com’è in origine, viene utilizzata generalmente per supportare muscoli, tendini e legamenti. E’ spesso usata per la cuffia dei rotatori, per i muscoli del gluteo, i quadricipiti o il tendine d’Achille. Si può usare anche sulla parte lombare e dorsale della schiena per aiutare a mantenere una postura corretta.
La striscia a "Y"
Questa forma di taping chinesiologico viene generalmente utilizzata per applicazioni particolari, dove c’è bisogno di mantenere una posizione, come ad esempio nella sindrome da stress femoro-rotulea o in caso di sublussazione della rotula. La striscia a “Y” in genere non è lunga quanto la striscia a “X”.
La striscia "a ventaglio"
La forma “a ventaglio” è utile in caso di gonfiore della gamba, del braccio e del ginocchio. E’ generalmente usato nella gestione dei linfedemi o nelle contusioni superficiali.
La striscia a "X"
Questo tipo di taping viene utilizzato quando è necessario coprire una vasta area o attraversare più punti. Le linguette del nastro a X si incrociano sulle aree sensibili, come la parte posteriore delle ginocchia o la parte anteriore dei gomiti
La striscia "sollevante"
Questo tipo di applicazione viene utilizzata per trattare muscoli doloranti o punti trigger. Creando le tipiche pliche cutanee tiene la pelle sollevata e favorisce il movimento dei liquidi (sangue e linfa).
Come si applica il taping chinesiologico
Pulire la pelle
Pulire l’area della pelle dove si intende applicare il nastro. Assicurarsi che la pelle sia asciutta e priva di lozioni, olii o sudore. Nel caso siano presenti peli sarebbe utile rasare la zona interessata.
Posizionare il ricevente
In base al tipo di applicazione che si decide di effettuare, cioè se c’è bisogno di drenare i liquidi, oppure se c’è bisogno di sostenere un’articolazione durante una prestazione, si posiziona il ricevente nel modo corretto.
Misurare e tagliare il nastro
Misurare la lunghezza del nastro necessaria per coprire l’area che si intende coprire. Tagliare il nastro arrotondando gli angoli per evitare che si sollevi.
Attivare l'adesivo
Prima di applicarlo sulla pelle, attivare l’adesivo strofinando il taping con le mani o applicando una fonte di calore leggera (ad esempio con un asciugacapelli)
Applicare il nastro
Applicare delicatamente il taping sull’area desiderata allungandolo come prevede la tecnica specifica che si sta utilizzando. Il tipo di tecnica dipende dalla problematica che si sta affrontando.
Lisciare e strofinare il nastro
Lisciare il nastro sulla pelle usando la mano, partendo dal centro e muovendosi verso l’esterno. Strofinare il nastro per attivarlo e assicurarsi che aderisca bene alla pelle.
Come rimuovere il taping chinesiologico
- Applicare olio (olio per bambini oppure olio d’oliva) sulla parte superiore del nastro per ammorbidire la striscia
- Rimuovere lentamente il nastro, non strapparlo
- Premere sulla pelle per separare il nastro
- Comprimendo delicatamente la pelle, tirare il nastro contro se stesso e non tirarlo verso l’alto